Chi siamo



Da cinque anni, insegnanti in prima linea



2009. Un movimento dal basso
Gli Stati Generali della Scuola Trentina nascono come movimento spontaneo di insegnanti e studenti che si oppone all’«Iniziativa innovativa» dell’allora Assessore Dalmaso. Fin da subito si distinguono per il metodo partecipativo e per la radicalità della proposta. A fronte dell’imposizione aziendalista della Giunta Dellai, gli Stati Generali chiedono democrazia, dignità, investimenti. Centrale la battaglia contro il precariato.


2012. Un sindacato vero
Non trovando nei sindacati esistenti una adeguata rappresentanza, e criticandone l’atteggiamento troppo compromissorio, gli Stati Generali della Scuola Trentina decidono di diventare un soggetto organizzato e istituzionale per poter interloquire direttamente sui tavoli sindacali e politici. Trovano in Fenalt perfetta consonanza di metodo e ideali. Nasce SGST-Fenalt


2015. L’anno della svolta
Alla fine di quest’anno la Provincia Autonoma di Trento calcolerà le quote di rappresentatività delle Organizzazioni sindacali: se SGST-Fenalt avrà un sufficiente numero di iscritti, potrà finalmente partecipare alle trattative, per rivendicare i diritti e la dignità degli insegnanti trentini e per contribuire a costruire una scuola migliore.




Un sindacato per cambiare la scuola

SGST-Fenalt non è mai stato e non vuole essere mai un sindacato di retroguardia:
la nostra non è una posizione conservatrice, né ci interessa fare sterile opposizione.

Proprio perché viviamo ogni giorno le dinamiche educative e organizzative della scuola trentina, siamo consapevoli della necessità di ripensarle a fondo e siamo i primi a voler cambiare: una scuola migliore è possibile!

Non ci basta tuttavia che «qualcosa» cambi «in qualche modo»:
Serve uscire dalla logica di breve periodo delle riforme affastellate e contraddittorie, realizzate in fretta e furia, sull'onda delle mode pedagogiche o dell'ideologia politica degli amministratori 

Serve invece immaginare un disegno complessivo, di ampio respiro e di lunga durata;

Serve abbandonare l’approccio economista e l’urgenza di risparmio 
Serve avviare una politica di investimento sulla scuola pubblica e di valorizzazione del sistema della formazione

Serve superare il metodo autoritario e impositivo fin qui seguito 
Serve inaugurare una nuova stagione di riforme democratica e partecipativa


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2 commenti:

Angela Ines ha detto...

Utilizzo questo spazio, non avendo trovato una mail in cui inviarla.E’ probabile che già lo sappiate, ma se così non fosse vi informo che a seguito dell’accordo sindacale sulla sorveglianza mensa che ha stabilito possibile non inserire la sorveglianza mensa nell’orario curricolare e inserirla nell’orario extra-curricolare pagato con il fondo F..., così facendo si sono perse decine di cattedre (non conosco il numero, ma sembra più di sessanta) e di relative immissioni in ruolo. Per educazione artistica se ne sono perse 15.

Nel 2012 la Provincia indisse il concorso preventivando 93 assunzioni dalle graduatorie concorsuali che si sarebbero costituite a conclusione di questo. Preventivò complessivamente 186 assunzioni, il 50% dalle concorsuali il restante dalle provinciali.

Quest’anno, a seguito dell’accordo menzionato, la classe di educazione artistica e musica sono risultate in esubero. Per educazione artistica, nel 2012 era stato preventivato un fabbisogno di 24 unità, di queste 24 ad oggi ne sono state assunte 9.

Contrariamente a quello che accade nel resto d’Italia, in relazione esclusivamente alle assunzioni (anche se sarà caos), la provincia sostituisce le cattedre con gli spezzoni in modo da non dover assumere, aumentando un precariato senza diritti.
Nella totale incoerenza, istituisce, sempre nel medesimo accordo, il blocco triennale ai trasferimenti anche quelli su altra classe di concorso, ciò per dare continuità e contestualmente crea una quantità impressionante di spezzoni su cui non sarà mai possibile garantire questa.

Credo che su tale situazione è necessario intervenire, eventualmente con comunicato stampa sulla perdita delle cattedre e chiedendo l’apertura, nel più breve tempo possibile, di un confronto tra sindacati e provincia sulle assunzione nella provincia di Trento per coprire anche l’organico vacante tale al primo di settembre e sul piano straordinario varato dal governo per dare la possibilità a chi lo volesse “d’emigrare” in una delle tante province italiane.

una precaria

Angela Ines ha detto...

Utilizzo questo spazio, non avendo trovato una mail in cui inviarla.E’ probabile che già lo sappiate, ma se così non fosse vi informo che a seguito dell’accordo sindacale sulla sorveglianza mensa che ha stabilito possibile non inserire la sorveglianza mensa nell’orario curricolare e inserirla nell’orario extra-curricolare pagato con il fondo F..., così facendo si sono perse decine di cattedre (non conosco il numero, ma sembra più di sessanta) e di relative immissioni in ruolo. Per educazione artistica se ne sono perse 15.

Nel 2012 la Provincia indisse il concorso preventivando 93 assunzioni dalle graduatorie concorsuali che si sarebbero costituite a conclusione di questo. Preventivò complessivamente 186 assunzioni, il 50% dalle concorsuali il restante dalle provinciali.

Quest’anno, a seguito dell’accordo menzionato, la classe di educazione artistica e musica sono risultate in esubero. Per educazione artistica, nel 2012 era stato preventivato un fabbisogno di 24 unità, di queste 24 ad oggi ne sono state assunte 9.

Contrariamente a quello che accade nel resto d’Italia, in relazione esclusivamente alle assunzioni (anche se sarà caos), la provincia sostituisce le cattedre con gli spezzoni in modo da non dover assumere, aumentando un precariato senza diritti.
Nella totale incoerenza, istituisce, sempre nel medesimo accordo, il blocco triennale ai trasferimenti anche quelli su altra classe di concorso, ciò per dare continuità e contestualmente crea una quantità impressionante di spezzoni su cui non sarà mai possibile garantire questa.

Credo che su tale situazione è necessario intervenire, eventualmente con comunicato stampa sulla perdita delle cattedre e chiedendo l’apertura, nel più breve tempo possibile, di un confronto tra sindacati e provincia sulle assunzione nella provincia di Trento per coprire anche l’organico vacante tale al primo di settembre e sul piano straordinario varato dal governo per dare la possibilità a chi lo volesse “d’emigrare” in una delle tante province italiane.

una precaria

19 luglio 2015 16:59 Elimina