mercoledì 29 aprile 2015
giovedì 23 aprile 2015
5 maggio, Sciopero!
Gli Stati Generali della Scuola Trentina - Fenalt
aderiscono ufficialmente allo
sciopero dei lavoratori della scuola del 5 maggio
indetto perda Flc-Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal, contro il ddl definito “buona scuola”
Il Governo intende ricattarci, pretendendo di scambiare l'assunzione dei precari (doverosa e imposta da ultimo anche dalla Corte di Giustizia Europea) con un completo stravolgimento della scuola: togliendo agli organi collegiali ogni sovranità, costringendo i docenti a obbedire alle decisioni dei dirigenti, affidando ai Dirigenti il potere di decidere il progetto della scuola, scegliersi i docenti preferiti e pure valutarli e premiarli... per poi schiacciare anche i dirigenti stessi sotto il controllo diretto e politico degli uffici regionali e provinciali.
Avremmo certamente preferito che tutte le sigle sindacali avessero saputo, almeno una volta, superare le divisioni di bottega e fare fronte comune: almeno dinnanzi alla gravità dell'attacco rappresentato da questa annunciata riforma ai principi fondamentali della scuola della Costituzione.
Purtroppo così non è stato, nemmeno questa volta.
Augurandoci che gli insegnanti, i lavoratori ATA e gli studenti sappiano invece trovare la fermezza, l'energia e la dignità per difendere la scuola e la Costituzione, gli Stati Generali della Scuola Trentina - Fenalt invitano tutti i lavoratori ad astenersi dal lavoro per l'intera giornata di martedì 5 Maggio.
Nei prossimi giorni saranno comunicate le modalità con cui intendiamo manifestare.
domenica 19 aprile 2015
Cosa rischiamo tutti
Riforma della scuola autoritaria e antidemocratica. Cosa rischiamo tutti
di Marina Boscaino
Rischiamo moltissimo. Rischiano i docenti nuovi assunti: demansionati o no, a seconda dei capricci del ds reclutatore; vincolati a contratti triennali, dopo i quali torneranno nella centrifuga – il frullatore, come lo chiama il mio amico Carlo Salmaso– degli albi regionali: nuovo giro, nuova corsa. Rischiano i docenti di ruolo, anche i più anziani. A regime, anche loro potranno essere trattenuti in cattedra o destinati – dal ds capriccioso-creativo-autoritario – ad una delle 13 mansioni dell’organico dell’autonomia. Anche loro nel frullatore, se perderanno posto o chiederanno trasferimento. Da dove verranno pescati da quel preside che li guarderà con benevolenza e deciderà di chiamarli (evitando di evocare prevedibili ed italianissimi scenari da “inciucio”). Dall’albo tutti a scodinzolare, come cagnolini fedeli, per essere reclutati dalla “squadra” migliore; magari messi su cattedra, invece che obbligati a svolgere compiti da tuttofare tappabuchi. Non esisterà più stabilità di sede. I docenti italiani saranno gli unici – tra lavoratori pubblici e privati – a non avere più la titolarità del posto di lavoro. Alcuni, i neoassunti, senza articolo 18. E a scodinzolare. poi, tutti insieme, pure per essere tra i “premiati”. Da chi? Dal dirigente padrone, naturalmente. Ogni scuola luogo geometrico di una squallida guerra tra poveri, dove ciascuna ed ogni cosa sarà lecita, pur di entrare nelle grazie del decisore unico: sic transit gloria mundi. E pure la libertà di insegnamento.
L’abrogazione delle prerogative degli organi collegiali comporterà – non è peregrino pensarlo – alcune conseguenze non ancora evidenti ai più; ad esempio: il piano annuale delle attività viene oggi approvato dal collegio dei docenti. In futuro sarà sempre lui – il ds – il giudice unico: perché non riabilitare la proposta Reggi(ricordate il sottosegretario, sostituito dal “meritevolissimo” Faraone, che compì il miracolo di mandare la scuola in piazza nel luglio scorso) scuole aperte tutto l’anno, h24? Starà al deus ex machina della nuova scuola, ad esempio, valutare se l’interruzione natalizia possa, come oggi, comprendere dal 23 all’Epifania; o solo – strettamente – le festività comandate.
Rischiano, come al solito più di tutti, gli studenti, che dovrebbero incarnare la centralità della scuola: i cosiddetti soggetti in apprendimento, cui viene negato il diritto alla continuità didattica. Il diritto al sapere disinteressato, perché la scuola – nell’odioso mondo di Renzi – è finalizzata al lavoro. Che verranno avviati precocemente ad un lavoro gestito dalle aziende e non dalle scuole. Che continueranno a vivere in classi sovraffollate, con i soffitti che ogni tanto fanno i capricci e cascano sulla testa di qualcuno di loro.
Rischia la società tutta, perché non avrà più la scuola della Repubblica. Ma piccole monadi, apparentemente autonome – in realtà subalterne al potere del governo, che – attraverso i ds manager e i passaggi obbligati previsti per ogni loro mossa, persino per approvare il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (ah, dimenticavo. Sul Piano decideranno ancora loro, “sentito” quegli inutili orpelli del collegio dei docenti e del Consiglio di Istituto) – non potranno che porsi come Yes men (ma la maggior parte sono sulla buona strada, se si pensa a cosa sta succedendo con il Rav e il Servizio Nazionale di Valutazione, su cui pende un ricorso della Flc alla Consulta) del ministro di turno.
Rischia la democrazia italiana, perché già in Commissione parlamentare, dove il testo del ddl del governo è da poco approdato,sono state violate procedure; si impongono tempi da guerra-lampo per riformare la scuola in una maniera autoritaria e antidemocratica, alla quale nemmeno il peggior Berlusconi era arrivato a pensare. Si pone e si impongono tali tempi su un ddl che, all’articolo 21, contiene ben 13 deleghe in bianco per il governo. Vuol dire che nei loro progetti – dopo che verrà approvato il testo – completeranno l’opera in totale solitudine, destituendo definitivamente il Parlamento da quel poco di ruolo che ancora ha. Lo faranno, ad esempio, su 0-6, diritto allo studio, norme per il reclutamento, riforma degli organi collegiali (già anticipata nel testo; essi non avranno più sovranità su alcuna materia; verranno solo “sentiti” dal padrone delle ferriere) riforma del sostegno. E, se dovesse sfuggire qualcosa, ecco un’altra delega: quella per rivedere il TU dlgsl 297/94.
Davanti a questo dramma (culturale, civile, politico, democratico, costituzionale) non si comprende la lenta reazione di una parte della scuola. Questa “riforma” – sia chiaro a tutti – non è “roba da precari”. È il più violento tentativo avvenuto in età repubblicana diprivatizzare la scuola e distruggerne il modello costituzionale. I lavoratori della scuola rischiano di essere i più massicci precarizzati alla Jobs Act. Valutazione e reclutamento potenzialmente subordinati alla capacità di asservimento alle logiche dominanti. Gli studenti: numeri su cui far arricchire aziende. Consumatori acritici, invalsizzati e possibilmente neutralizzati in funzione dell’affermazione del pensiero pedagogico unico.
Non c’è più tempo per inutili particolarismi e sofistici distinguo. Il mondo della scuola deve mobilitarsi unito e ora. Lo sciopero di Unicobas, USB, Anief e Autoconvocati, il 24 aprile; le tre date dello sciopero Invalsi dei Cobas; e l’appena proclamato sciopero di Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Cobas per il 5 maggio sono gli appuntamenti fissati per la mobilitazione. Continuo a credere che un passo indietro da parte di tutti per arrivare ad uno sciopero realmente rappresentativo dei lavoratori della scuola e degli studenti e ad una piattaforma integralmente condivisa con pochi imprescindibili punti (blocco del Ddl, assunzioni immediate per precari, 6% del Pil all’istruzione) avesse potuto rappresentare la risposta più adeguata ad un attacco epocale alla scuola pubblica italiana.
Marina Boscaino
venerdì 17 aprile 2015
giovedì 16 aprile 2015
Clil limitato?
Passa il documento che invita a limitare il Clil alle materie non curriculari
La seduta del Consiglio è iniziata con la discussione della mozione di Walter Viola sul trilinguismo, avviata nel pomeriggio di ieri. Il documento, emendato con la complicità della Giunta e approvato con una sola astensione, impegna l'Esecutivo ad "adottare tutte le misure idonee a non compromettere l'apprendimento delle materie curriculari. Simili misure saranno attivate a favore dei bambini con BES (con bisogni educativi speciali). Filippo Degasperi ha sottolineato, ricordando che le critiche degli insegnanti e dei genitori non sono state ascoltate... http://www.consiglio.provincia.tn.it/news/giornale-online/articoli/Pages/201504161322.aspx
martedì 14 aprile 2015
Presidio precario
Domani mercoledì 15 aprile dalle 14.30 in poi
in Piazza Dante a Trento
in Piazza Dante a Trento
presidio spontaneo degli insegnanti precari trentini!
Tutti uniti per una stabilizzazione giusta e rapida.
(Sulla stabilizzazione degli insegnanti precari attraverso i concorsi pubblici per l'immissione in ruolo, l'assemblea legislativa ha respinto oggi sia la mozione 224 proposta da Civettini con 19 voti contrari e 10 a favore, sia la mozione 228 di Degasperi sottoscritta da tutti i consiglieri di minoranza, con 17 no e 10 sì. http://www.consiglio.provincia.tn.it/news/giornale-online/articoli/Pages/201504141854.aspx)
lunedì 13 aprile 2015
Il 18 aprile tutti in piazza
Per fermare e rivedere il Piano Trentino Trilingue
Il Comitato che nelle settimane scorse ha promosso una petizione on line per chiedere al Presidente Ugo Rossi di fermare e rivedere il Piano per il Trentino Trilingue e che ha consegnato al Presidente Dorigatti un documento sottoscritto da 1280 persone tra insegnanti e genitori, ha organizzato per sabato 18 aprile una manifestazione per sensibilizzare ulteriormente l'Amministrazione e invitare Giunta e Consiglio provinciali a fermarsi e a riflettere assieme ai diretti interessati sulle modalità di realizzazione e sulle criticità del Piano.
Gli Stati Generali della Scuola Trentina aderiscono ufficialmente all'iniziativa e invitano tutti gli iscritti e simpatizzanti, tutti i colleghi insegnanti, i genitori e i cittadini trentini a partecipare alla manifestazione, ritenendola sostanzialmente in linea con la posizione espressa già nei mesi scorsi (4NO al trilinguismo-4Sì al plurilinguismo) e condividendo innanzitutto la necessità di un confronto aperto e democratico sulle prospettive della scuola Trentina.
La manifestazione sarà l'occasione per fare incontrare e dare visibilità alle tante voci che in questi mesi si sono levate per esprimere preoccupazione e disagio di fronte alla pervicacia con cui il Presidente Rossi mostra di voler procedere senza confrontarsi con chi dovrà concretamente realizzare e vivere sulla propria pelle la rivoluzione trilingue della scuola trentina.
La manifestazione sarà l'occasione per fare incontrare e dare visibilità alle tante voci che in questi mesi si sono levate per esprimere preoccupazione e disagio di fronte alla pervicacia con cui il Presidente Rossi mostra di voler procedere senza confrontarsi con chi dovrà concretamente realizzare e vivere sulla propria pelle la rivoluzione trilingue della scuola trentina.
La MANIFESTAZIONE si terrà
SABATO 18 APRILE alle ore 16.30
con ritrovo in P.zza DUOMO a TRENTO.
Vi aspettiamo tutti!
Via Leopoldo Pergher, 16 - 380121 Trento
Tel. 0461/402141 Fax. 0461/822430
E-mail sgst@fenalt.it
blog: http://scuolatrentina.blogspot.com
Per fermare e rivedere il Piano Trentino Trilingue
Il Comitato che nelle settimane scorse ha promosso una petizione on line per chiedere al Presidente Ugo Rossi di fermare e rivedere il Piano per il Trentino Trilingue e che ha consegnato al Presidente Dorigatti un documento sottoscritto da 1280 persone tra insegnanti e genitori, ha organizzato per sabato 18 aprile una manifestazione per sensibilizzare ulteriormente l'Amministrazione e invitare Giunta e Consiglio provinciali a fermarsi e a riflettere assieme ai diretti interessati sulle modalità di realizzazione e sulle criticità del Piano.
Gli Stati Generali della Scuola Trentina aderiscono ufficialmente all'iniziativa e invitano tutti gli iscritti e simpatizzanti, tutti i colleghi insegnanti, i genitori e i cittadini trentini a partecipare alla manifestazione, ritenendola sostanzialmente in linea con la posizione espressa già nei mesi scorsi (4NO al trilinguismo-4Sì al plurilinguismo) e condividendo innanzitutto la necessità di un confronto aperto e democratico sulle prospettive della scuola Trentina.
La manifestazione sarà l'occasione per fare incontrare e dare visibilità alle tante voci che in questi mesi si sono levate per esprimere preoccupazione e disagio di fronte alla pervicacia con cui il Presidente Rossi mostra di voler procedere senza confrontarsi con chi dovrà concretamente realizzare e vivere sulla propria pelle la rivoluzione trilingue della scuola trentina.
La manifestazione sarà l'occasione per fare incontrare e dare visibilità alle tante voci che in questi mesi si sono levate per esprimere preoccupazione e disagio di fronte alla pervicacia con cui il Presidente Rossi mostra di voler procedere senza confrontarsi con chi dovrà concretamente realizzare e vivere sulla propria pelle la rivoluzione trilingue della scuola trentina.
La MANIFESTAZIONE si terrà
SABATO 18 APRILE alle ore 16.30
con ritrovo in P.zza DUOMO a TRENTO.
Vi aspettiamo tutti!
sabato 11 aprile 2015
Qualcosa - forse - si muove
Gli Stati Generali, una proposta articolata e concreta per costruire una graduatoria unica ad esaurimento, l'hanno formulata e presentata già due anni fa (qui la lettera con cui l'anno scorso lo ribadivamo alla Giunta e a tutto il Consiglio Provinciale).
Finalmente l'hanno capito anche a palazzo che questa è lunica soluzione possibile.
Adesso si tratta di passare ai fatti!
Iscriviti a:
Post (Atom)